L'esultanza dei dementi Articolo di Venerio Cattani |
La drammatica giornata della morte dell’Alitalia, e’ stata caratterizzata da un fenomeno apparentemente strano e straordinario , che tutti i grandi giornali hanno riportato con evidenza. E’ la fotografia dei manifestanti dei sindacati Alitalia, che esultano, ridono, applaudono, alla notizia del fallimento della trattativa. Chiunque li veda, chiunque legga la cronaca, si domanda sbigottito: “Ma come mai , questi sono scemi, vengono licenziati, perdono il posto di lavoro nel bel mezzo di una spaventosa crisi internazionale, per cui sanno che un lavoro non lo troveranno più: e ridono come matti, sono contenti , si abbracciano per l’esultanza , applaudono i loro dirigenti sindacali anziché linciarli come meritano? “Ma questa è la fine del mondo!” Il fenomeno merita una spiegazione e un commento. E’ un fenomeno di psicologia di massa. Questa brava gente non era impazzita: semplicemente, era stata ingannata, disinformata, tradita, insomma, presa per il fondello. Non è il primo caso, anche nella storia recente. Per mezzo secolo, i comunisti riuscirono a persuadere milioni di uomini, e in Italia almeno un terzo dell’elettorato, che l’URSS era la patria del socialismo e della libertà. La “desingormatja” riuscì a persuadere milioni di lavoratori italiani, che Saragat era un traditore e che Togliatti diceva la verità. Riuscirono a spiegare che il centro sinistra Moro - Nenni era un tradimento dei lavoratori, che Fanfani era un fascista , De Gasperi un austriaco agente degli americani ; che il Piano Marshall era una manovra delle multinazionali per affamare l’Italia ; che in Corea gli americani buttavano dagli aerei gli insetti con la peste. Che Bettino Craxi era semplicemente un ladro e Berlusconi un mascalzone che si era impadronito dell’Italia con i soldi della mafia. E basi ricordare come la folla plaudente ha osannato Di Pietro, arrivato giusto giusto a Fiumicino. Accidenti: sembrava Benito Mussolini a Piazza San Sepolcro nel 1919, o Lenin nel documentario di Esisistein. Per fortuna, Mussolini era una specie di genio e Di Pietro e’ un cialtronaccio , però il fenomeno merita considerazione. Devo ancora capire chi e cosa c’è dietro: però Di Pietro (che ha notevoli doti demagogiche e come politico non è per nulla stupido) ha ormai distrutto Veltroni ed è diventato il contraltare di Berlusconi. Qualcuno ha capito che alla personalità mediatica di Berlusconi bisognava rispondere con un’alta personalità mediatica e sta montando e gassando Di Pietro, e con un notevole successo. Di Pietro appare almeno dieci volte al giorno in tutti i telegiornali, rubriche, commenti televisivi: è davvero diventato l’alter ego di Berlusconi, mentre gli azzeccagarbugli del PCI, Veltroni, lo stesso D’Alema, Fassino e compagnia triste cantilenante, stanno sfumando e scomparendo. Il popolo di dementi che plaudiva al proprio suicidio, era stato persuaso di quanto segue: che la trattativa era una farsa; che il perfido Berlusconi e i capitalisti Colaninno e Marcegaglia li avrebbero messi alla fame tagliandogli metà dello stipendio; che a quel punto era meglio far saltare tutto, perché (e qui sta il busillis) lo Stato italiano non avrà mai il coraggio di liquidare la Grande Alitalia e come sempre finirà che nazionalizzerà tutto e il conto sarà pagato dal denaro pubblico. Intendiamoci: la prospettiva non è affatto irreale e non è detto che le cosa non finiscano in tal modo. Infitti, nei prossimi giorni vedremo se il governo farà fallire (come merita e come dovrebbe essere logico) l’Alitalia, o se ricomincerà la gnaghera della prossima settimana, della trattativa dell’ultimo minuto, del prestito degli ultimi cento milioni, e via come al solito. Tuttavia, stavolta ci sembra difficile. L’accanimento terapeutico è finito, non c’è più una lira per comperare una bombola d’ossigeno e non cadono più gocce. Soprattutto, sono i fornitori stranieri che fra pochi giorni non ci daranno più un litro di benzina a credito. I sindacati sono come i preti, le vogliono tenere in vita vegetale l’Alitalia come la povera Eluana Englaro. Però, all’Alitalia è stata staccata la spina, e sarà difficile riattaccarla.
|